Quante volte avremo visto il banchetto per il “gioco delle tre carte” nel piazzale di sosta in autostrada o in qualche sagra di paese. Un gioco, che, anche fosse eseguito con estrema onestà è sempre sfavorevole al giocatore che, statistiche alla mano, ha sempre scarsissima probabilità di vincita.
E in Regione c’è chi sta provando a fare il gioco delle tre carte proponendo di modificare la legge elettorale introducendo il meccanismo del ballottaggio. Il tutto a tre mesi da quelle elezioni che vedrebbero il cestrosinistra soccombente.
Sappiamo quanto amino il potere i piddini e ne abbiamo una prova a livello nazionale dove pur non vincendo mai una tornata elettorale sono al governo praticamente da dieci anni.
E ora che il vento nelle Marche non spira precisamente a loro favore ecco la vergognosa proposta del ballottaggio. L’obiettivo, niente affatto mascherato, è quello di ribaltare il primo turno e spingere i grillini ad una alleanza con loro e provare a ribaltare il risultato delle urne.
Il gioco delle tre carte. Una metafora perfetta del PD, del partito disposto a tutto per farsi classe dominante anche a stringere alleanze con i nemici di ieri. Nemici di ieri e alleati di oggi al Governo centrale. Eppure il PD nonostante tutto, ci prova. Se non ci saranno ripensamenti in questi giorni, i marchigiani, assisteranno all’ennesimo scempio delle regole democratiche da parte di un partito che pure si definisce democratico e che fino all’ultimo prova a ribaltare il responso, quello sì democratico, delle urne, per restare aggrappati al potere.
Cambiare le regole del gioco tre mesi prima delle elezioni è davvero vergognoso. Io un’idea ce l’avrei per gli amici del PD. Perché non fate una legge elettorale regionale in base alla quale possono partecipare alle elezioni solo quelle forze politiche che hanno governato nel quinquennio? Forse, ma dico forse, così potreste vincere. Ma le regole del gioco, in una democrazia, non si cambiano tre mesi prima. Fatevene una ragione